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Don Maurizio Del Bue nuovo parroco del Pestello. Enzo Brogi ricorda uno storico aneddoto quando era sindaco a Cavriglia

Maurizio Del Bue, dopo più di 20 anni, lascia la parrocchia di Cavriglia per approdare in quella del Pestello, popoloso e vivace quartiere di Montevarchi. Don Angelo Silei, che ha guidato la parrocchia pestellese per 37 anni, diventerà vice parroco alla Basilica di San Giovanni. Don Maurizio ha fatto molto per la comunità cavrigliese e Enzo Brogi, che del paese delle miniere è stato sindaco per molti anni, lo ricorda nel suo ultimo libro “Frammenti”, con un aneddoto davvero curioso.

“Era la primavera del 2003 – scrive Brogi – Il Prefetto di Arezzo mi notificò che nei palazzi pubblici potevano essere esposte soltanto la bandiera italiana, quella dell’Europa e quella della Regione. Magari, se ci fosse quella del Comune. Nessun altro vessillo. Io invece avevo issato la bandiera dell’arcobaleno in difesa della pace e dei diritti. La guerra di Bush all’Iraq ne era stato il pretesto. Si disse che si dovevano trovare le armi di distruzione di massa, quelle che mai nessuno rinvenne negli arsenali di Saddam. I soldati, invece, quelli morivano ugualmente, e con loro anche Saddam. Mi sottrassi all’indicazione prefettizia e la bandiera proibita rimase sul balcone del Comune di Cavriglia. Convinto e fiero della mia indisciplina accettai di buon grado di farmi fotografare per i giornali affacciato sul balcone che esponeva vessillo con le righe dell’arcobaleno. «Il sindaco disubbidiente», dissero. Alcuni con ammirazione, altri con tono vessatorio”.

“L’indomani – ricorda Brogi – il Segretario Comunale e il Comandante della Polizia Municipale mi attesero in ufficio con aria tra il sornione e il divertito. «Sindaco, se in Prefettura c’è il temporale è probabile che all’Episcopato ci sarà tempesta». Spiegò che se il livello di sensibilità per la pace e per i diritti fossero stati misurati in metri, di sicuro Don Maurizio, il nuovo parroco, ci avrebbe superati di parecchio. Continuavo a non capire quando mi indicò dalla finestra il campanile della Pieve dove sventolava un lungo stendardo arcobaleno di almeno dieci metri. Don Maurizio e i suoi ragazzi, nella notte, avevano preparato quell’enorme lenzuolo di colori che mi emozionò molto. Pensai subito che questo fosse prodromo di numerose iniziative per la pace e per i diritti che avremmo potuto portare avanti insieme. Non vedevo l’ora. Il primo invitato sarebbe stato senza dubbio il Prefetto”.

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