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Sergio Mattarella a Civitella. Ricordata anche la strage di San Pancrazio di Bucine. Presenti i sindaci del Valdarno

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo aver preso parte alla cerimonia all’Altare della Patria, questa mattina è volato alla volta di Civitella in Val di Chiana per prendere parte alle celebrazioni del 25 aprile (immagini in alto). Quella perpetrata nel Borgo dell’aretino è infatti una delle stragi nazifasciste più gravi e atroci della storia – oltre 200 morti – insieme a quella di Marzabotto, di Sant’Anna di Stazzema e di Cavriglia. Mattarella è arrivato a Civitella attorno alle 10:30 e dopo aver visitato la Casa della Memoria, all’interno di una struttura appositamente allestita, ha preso parte alle celebrazioni. Presenti in sala anche i sindaci del Valdarno. Dopo i saluti del sindaco del Comune della Valdichiana Andrea Tavarnesi e del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, le testimonianze di chi è sopravvissuto a quella strage e i racconti dell’attrice Ottavia Piccolo.

 

 

Poi ha ha preso la parola il presidente Mattarella, che ha ricordato la strage di Civitella, compresa quella di San Pancrazio, nel comune di Bucine, al confine tra Valdarno e Valdichiana. In questo borgo da cui si domina tutta la Val D’Ambra morirono in 70 nel giugno del 1944. Nel suo lungo discorso ha citato anche Aldo Moro. “Intorno all’antifascismo è possibile e doverosa l’unità popolare, senza compromettere d’altra parte la varietà e la ricchezza della comunità nazionale, il pluralismo sociale e politico, la libera e mutevole articolazione delle maggioranze e delle minoranze nel gioco democratico”. Il leader della Democrazia Cristiana pronunciò queste frasi nel 1975 e sono state riportate fedelmente dal Presidente della Repubblica. “Il fascismo – ha proseguito Sergio Mattarella – aveva in realtà, da tempo, scoperto il suo volto, svelando i suoi veri tratti brutali e disumani. Come ci ricorda il prossimo centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti”.

“Occorre, oggi e in futuro – ha proseguito il Capo dello Stato – far memoria di quelle stragi” nazifasciste “e di quelle vittime e sono preziose le iniziative nazionali e regionali che la sorreggono. Senza memoria, non c’è futuro. Totalmente sottomessa alla Germania imperialista di Hitler, l’Italia fascista, entrata nel conflitto senza alcun rispetto per i soldati mandati a morire cinicamente, non avrebbe comunque avuto scampo. Ebbe a notare, con precisione, Luigi Salvatorelli: ‘Con la sconfitta essa avrebbe perduto molto, con la vittoria tutto…'”.

“All’infamia della strage di Marzabotto, la più grande compiuta in Italia – ha aggiunto – seguì un corollario altrettanto indegno: la propaganda fascista, sui giornali sottoposti a controlli e censure, negava l’innegabile, provando a smentire l’accaduto, cercando di definire false le notizie dell’eccidio e irridendo i testimoni”. Il suo lungo discorso, interrotto più volte dagli applausi, si è concluso attorno alle 12:30. Mattarella ha quindi salutato le autorità intervenute, fatto un bagno di folla con i tantissimi cittadini riversati nella piazza e nelle vie limitrofe ed è ripartito alla volta di Roma.

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