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Marconi: Il 21 dicembre il consiglio d’istituto deciderà sul ritorno degli studenti nel plesso di via Trieste

Sono stati mesi complicati per l’Isis Valdarno, che con quasi 1.700 studenti è l’istituto più grande della provincia di Arezzo. L’inagibilità del plesso della Marconi di San Giovanni ha costretto gli studenti e i docenti a spostarsi in altre sedi e non sono mancate polemiche e prese di posizione. Nei giorni scorsi, intanto, il consigliere provinciale delegato per l’edilizia scolastico Marco Morbidelli ha annunciato che i lavori di messa in sicurezza dell’edificio della Marconi si sono conclusi, con la posa delle reti di protezione sui solai e sui controsoffitti ma i ragazzi, quasi certamente, torneranno nella “loro” scuola al rientro dalle vacanze natalizie. Si parlerà anche di questo stamani nella sede di via Gramci, dove è previsto l’arrivo del dirigente scolastico Roberto Santi. Ieri mattina non era ancora arrivata, negli uffici dell’istituto sangiovannese, la certificazione di agibilità delle aule della Marconi, che è comunque in arrivo. A quel punto sarà studiato il “trasloco”. Perché nel plesso di via Trieste non torneranno solo gli alunni e gli insegnanti, ma anche tutto il materiale che è stato spostato nelle sedi provvisorie, tra cui lavagne e banchi.

La vicenda coinvolge 22 classi e 17 laboratori. Tre aule, quelle nelle quali si è verificato il crollo, non saranno disponibili perché per loro è previsto un intervento strutturale che sarà portato a termine grazie a fondi regionali. Come ha spiegato il professor Santi, già prima del crollo di settembre due non erano utilizzabili e gli studenti facevano una turnazione. Adesso, con cinque aule off limits, i turni diventano più problematici. Una decisione in tal senso sarà presa il 21 dicembre prossimo, in occasione del consiglio d’istituto. Ad oggi i ragazzi stanno facendo lezioni in tre location diverse: il centro pastorale Guido Guerra di Montevarchi, messo a disposizione dalla Parrocchia della Collegiata, il convento delle ex Suore Stimmatine di San Giovanni, che hanno visto il coinvolgimento della Caritas e i locali della Parrocchia di San Pietro e Paolo al Bani.

Parlavamo delle polemiche. Non sono mancate in questi mesi. I primi di dicembre i genitori degli studenti hanno scritto una lettera al presidente della Provincia Alessandro Polcri soffermandosi, tra le altre cose, sulle reti di protezione. “La stragrande maggioranza di noi non ha mai condiviso questa soluzione – hanno detto – auspicando che i necessari interventi strutturali venissero previsti fin da subito”. Per le famiglie non può bastare l’affermazione che le reti di protezione dalla caduta dall’alto di materiale siano certificate (“Ci mancherebbe altro non lo fossero”) e hanno sottolineato che in questa vicenda mancano chiarezza, condivisione e rispetto che questi ragazzi e questa comunità meritano.

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