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Tempio crematorio a San Giovanni. Procedimento sospeso per un doppio ricorso al Tar. L’annuncio del sindaco Vadi ieri in consiglio comunale

L’iter autorizzativo per la realizzazione del tempio crematorio a San Giovanni Valdarno è al momento sospeso a causa di un doppio ricorso al TAR. Lo ha annunciato ieri pomeriggio, in consiglio comunale, il sindaco Valentina Vadi, in apertura di seduta. Al centro di geotecnologie si è tenuto infatti il parlamentino straordinario sulla costruzione di un’opera che sta facendo molto discutere e che ha spinto il Comitato Aria pulita Valdarno, presente in aula, ad organizzare una petizione per chiedere la sospensione e l’annullamento del procedimento. La raccolta firme ha avuto più di mille sottoscrizioni ed è stata portata all’attenzione dell’amministrazione comunale. Il sindaco, aprendo il consiglio comunale, ha fatto il punto della situazione sottolineando che, al momento, tutto è sospeso. La gara pubblica si è conclusa in data 11 dicembre 2023 con l’individuazione di un soggetto aggiudicatario di quest’opera pubblica. Il 10 gennaio 2024 è stato protocollato presso il TAR della Toscana, da parte dell’altra società che ha partecipato alla gara, un ricorso in cui si chiede l’annullamento della procedura. “Giovedì 25 gennaio, quando si sarebbe dovuto discutere della sospensiva della gara di fronte al TAR – ha aggiunto il sindaco di San Giovanni – il ricorrente ha chiesto un rinvio di questo passaggio, in attesa di approfondire altro materiale per ottenere il quale ha fatto richiesta di accesso agli atti al nostro comune. E proprio oggi (ieri n.d.r.) è stato protocollato un secondo ricorso al TAR, sempre da parte dell’altra azienda che aveva preso parte alla gara, a seguito dell’approfondimento eseguito sugli atti e sui materiali acquisiti. Pertanto, allo stato attuale – ha aggiunto Valentina Vadi – non sappiamo quando il Tribunale Amministrativo della Toscana discuterà questi due ricorsi e non c’è nemmeno una cadendarizzazione. Quindi la procedura e la situazione è di fatto sospesa”.

Il sindaco ha poi ribadito che, nel caso la procedura vada avanti, sarà solo una Conferenza dei Servizi formata da Arpat e ASL, a decidere se autorizzare o meno la realizzazione del tempio crematorio. “Ma sono al momento discussioni premature, perché tutto è sospeso in attesa del pronunciamento del TAR della Toscana che ha due strade – ha aggiunto Vadi – o annullare la gara o dichiarare il procedimento valido. Nel primo caso noi non saremmo nelle condizioni di indire una nuova gara perché, come tutti i consiglieri sanno , recentemente la Regione Toscana ha dato il via ad un dispositivo di legge che, nelle more dell’approvazione del primo piano regionale di coordinamento e per 12 mesi dall’entrata in vigore della nuova legge regionale, non consente la realizzazione di nuovi impianti crematori  su tutto il territorio regionale e noi rientreremmo in quella casistica”. In pratica non sarebbe possibile approvare la costruzione di un nuovo impianto non solo a San Giovanni, ma in nessun altro luogo della Toscana. Nel caso invece il tribunale amministrativo regionale non annullasse il provvedimento Il sindaco ha annunciato una serie di incontri pubblici con i cittadini. “Mi riservo di sottoporre tutta la questione ad un serrato dibattito a cui tutta la popolazione interessata sarà invitata a  partecipare”, ha precisato.

Non è poi mancato un excursus sulla decisione di andare avanti nel procedimento sul tempio crematorio. Valentina Vadi ha ricordato che quest’opera non era nel programma elettorale del 2019. “Ma abbiamo pensato, come amministrazione comunale, che potesse essere un’opportunità e un servizio utile per la comunità sangiovannese alla luce di una serie di motivazioni che noi abbiamo discusso con la cittadinanza negli incontri pubblici che abbiamo organizzato nel 2021 e nel 2022. Parliamo di un servizio di civiltà e di prossimità per i cittadini, non è un’attività inquinante e non lo è più di una normale attività produttiva. Se fosse stata dannosa e pericolosa per la salute pubblica e per l’ambiente, come abbiamo dimostrato nella battaglia per la discarica di Podere Rota, io non avrei mai acconsentito di intraprendere questo procedimento. Una cosa è certa -ha concluso il sindaco – se al termine del dibattito pubblico emergerà che i sangiovannesi questo tempio crematorio non lo vogliono, non verrà fatto”.

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