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Nascerà a Podere Rota un impianto all’avanguardia per il recupero di metalli preziosi dai RAEE. “Sarà un’eccellenza nazionale”

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È stato presentato questa mattina al polo impiantistico di Podere Rota, nel comune di Terranuova Bracciolini , un impianto all’avanguardia per il recupero di materiali preziosi dai RAEE, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Sarà il primo in Italia ad utilizzare un processo idrometallurgico, a ridotto impatto ambientale e sorgerà all’interno di un capannone, nel sito dove un tempo era in piena attività la discarica. I lavori inizieranno a settembre e la produzione partirà nei primi mesi del 2025. Come è stato sottolineato nel corso della presentazione, sarà il primo concreto step per la creazione del  primo distretto di economia circolare del Valdarno, che diventerà uno dei più importanti del centro Italia. Il via libera è arrivato dalla Regione Toscana dopo un iter lungo e complesso.

 

In Italia la raccolta di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche è stata mediamente di 8 kg pro capite nel 2022, contro i 12 kg di altri paesi europei. Il tasso di raccolta complessivo, nel nostro Paese, è stato del 34%, ben al di sotto dell’obiettivo UE, fissato al 65%. “Questo – come è stato ricordato nel corso della presentazione del progetto –  significa che ci sono ampi spazi di mercato per l’evoluzione di questo impianto. In aggiunta a ciò, l’attuale modello di trattamento dei rifiuti elettronici per il recupero dei metalli è basato su tecnologie di incenerimento collocato prevalentemente all’estero che, per essere sostenibili economicamente, devono prevedere impianti su larga scala, con conseguenti intense attività logistiche. Il.processo di estrazione con incenerimento è inoltre caratterizzato da un elevato consumo di energia”.

Insomma, si è voluto puntualizzare che l’impianto di Podere Rota rappresenterà uno step altamente innovativo. Senza dimenticare la collocazione geografica, che, oltre a consentire uno sviluppo dell’area, faciliterà una possibile sinergia industriale con il distretto orafo aretino. In questi giorni sono stati avviati i lavori di adeguamento del capannone che ospiterà l’impianto – 2500 mq di superficie – ed entro la fine dell’anno verranno portate a regime le attività. L’impianto di recupero dei metalli preziosi, che sarà realizzato insieme ai partner progettuali Osai Green Tech e BTT Italia, sarà in grado di trattare fino a 315 tonnellate all’anno di schede elettroniche. L’ investimento complessivo sarà di circa 5 milioni di euro. Previsto anche  un laboratorio chimico di analisi, indispensabile per la continua messa a punto del processo e per il controllo di qualità dei metalli recuperati.

“Siamo davvero soddisfatti – ha detto Sergio Chienni, sindaco di Terranuova Bracciolini – di veder nascere il primo impianto di recupero delle schede RAEE del Valdarno. Un passo fondamentale nella costituzione del primo distretto di economia circolare del nostro territorio. Apprezziamo che Iren abbia scelto di investire in questo progetto così importante e innovativo, in sinergia col Comune, aprendo un nuovo scenario in Valdarno, sia in termini di occupazione che di sostenibilità e Green Economy. Trasformare lo scarto in valore – ha aggiunto – è uno dei paradigmi del futuro, un orizzonte diverso dall’attuale, in grado di creare sviluppo secondo un modello nuovo e sostenibile”.

“L’impianto di recupero RAEE di Valdarno Ambiente costituisce una novità tecnologia assoluta, prima di tutto perchè  consentirà di sviluppare una filiera integrata locale – ha detto Michele Stretti, amministratore delegato di Valdarno Ambiente – Tramite un processo di trattamento meccanico ed idrometallurgico delle schede elettroniche dei piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo, saranno recuperati metalli preziosi come oro, argento, palladio e rame. In secondo luogo la tecnologia idrometallogica dell’impianto consentirà di trattare volumi ridotti di rifiuti elettronici con un basso consumo energetico e un ridotto impatto ambientale. Infatti, l’impatto stimato, in termini di anidride carbonica equivalente, risulta essere almeno 20 volte più basso rispetto all’attività estrattiva di miniera. I rifiuti trattati ed i metalli preziosi recuperati potranno essere tracciati con tecnologie blockchain, consentendo così agli utilizzatori finali, ovvero le aziende del distretto orafo aretino, di avere a disposizione metalli con provenienza certificata. Si realizzerà così – ha concluso Stretti – un effettivo modello di economia circolare”.

“Questo progetto testimonia l’impegno del Gruppo Iren nel campo dell’economia circolare e, in particolare, nella filiera legata al recupero di metalli preziosi e materie prime critiche dai RAEE – ha commentato Alfredo Rosini, amministratore delegato di Iren Ambiente Toscana – Un impianto che rappresenta un’eccellenza nazionale, non solo sul piano dell’innovazione tecnologica, ma anche dell’integrazione con il territorio. Il progetto permette inoltre di sviluppare una filiera strategica, valorizzando un tipo di rifiuto che oggi, per oltre il 90%, viene avviato a recupero all’estero, e utilizzando principalmente tecnologie di incenerimento. Un tassello significativo della strategia di investimento di Iren in Toscana, che proprio in Valdarno vede uno dei suoi punti focali attraverso il progetto di polo integrato di economia circolare”.

“In qualità di presidente del Gruppo Zonale Valdarno di Confindustria Toscana Sud – ha sottolineato l’imprenditore Daniele Gualdani – voglio esprimere la mia soddisfazione per un progetto che apporterà un significativo valore aggiunto al nostro territorio da un punto di vista ambientale, economico e sociale. Un passo importante per tutto il Valdarno, che contribuisce in
modo tangibile alla promozione della sostenibilità, trasmettendo anche un importante segnale al tessuto industriale locale e nazionale. Inoltre, in veste di Amministratore Unico di Lem Industries, nonché socio di BTT Italia – una delle aziende che hanno partecipato alla progettazione dell’impianto -, non posso che provare un grande sentimento di orgoglio. La volontà di porre le basi per un nuovo distretto di economia circolare – ha proseguito Gualdani – rappresenta non solo la nostra filosofia imprenditoriale, ma anche quella di tutta la nostra valle, determinata a essere tra i protagonisti di un futuro sempre più attento alle tematiche ESG”.

“L’autorizzazione dell’impianto di recupero RAEE rappresenta per noi  solo un primo step nel percorso che abbiamo tracciato e che porta alla realizzazione del primo distretto di economia circolare del Valdarno – ha puntualizzato Enrico Gori, presidente di TB –  Ma non solo. Siamo fieri di questo primo passo perché si muove esattamente nella direzione dei tre principali obiettivi che ci siamo dati. In primo luogo, il mantenimento degli standard occupazionali legati alla chiusura della discarica di Podere Rota. Poi l’aspetto-chiave della rigenerazione di un’area da decenni destinata ad accogliere rifiuti e che ora, invece, diviene luogo simbolo del recupero di ciò che finora era considerato solo uno scarto. Infine la circolarità, come nuovo paradigma di un modello di sviluppo efficace e innovativo in grado di generare valore e contribuire al benessere economico e sociale di tutto il Valdarno”.

IN ALTO LE INTERVISTE AD ALFREDO ROSINI, AMMINISTRATORE DELEGATO DI IREN AMBIENTE TOSCANA, MICHELE STRETTI, AD DI VALDARNO AMBIENTE, DANIELE GUALDANI, AMMINISTRATORE UNICO DI LEM INDUSTRIES, MIRELLA FERRERO  PRESIDENTE DI OSAI AUTOMATION SYSTEM, DI SERGIO CHIENNI, SINDACO DI TERRANUOVA E DI ENRICO GORI, PRESIDENTE DI TB.

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