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Il 31 ottobre chiuderà il bar dell’ospedale Serristori. I Cobas: “Un danno e una beffa”

Il cartello è appeso direttamente sul portone del bar e comunica a tutti gli avventori che il locale cesserà la sua attività il 31 ottobre. Non stiamo parlando di un bar “normale”, ma di quello del presidio ospedaliero del Serristori di Figline. La segnalazione arriva dai Cobas della Asl Toscana Centro, che hanno precisato come la motivazione sia legata al fatto che l’azienda sanitaria ha intenzione di indire una gara di appalto per la gestione di questa attività.
“Questo – hanno aggiunto i sindacati – accade in tutti i presidi ospedalieri. Solo che, per le probabili condizioni poste, gli attuali gestori, diversamente da quanto accade negli altri ospedali, hanno tirato giù il bandone, questo nella più totale indifferenza delle direzioni di presidio , poiché al di là dell’aspetto commerciale, questo bar svolge un servizio di pubblica utilità e la sua chiusura ha una ricaduta sociale non solo per i lavoratori, privi di una mensa aziendale, ma anche per cittadini, pazienti e familiari degli stessi.
Ma come è possibile che la dirigenza di presidio, abituata a tagliare i nastri per qualche rara ricorrenza, non si sia accorta di niente???”, Si sono chiesti i Cobas.
L’organizzazione sindacale ha specificato che la chiusura dell’unico punto di “ristoro” per i lavoratori del presidio e per gli stessi cittadini rappresenta un danno, ma anche una beffa poiché, prima dello smantellamento progressivo di attività e servizi, questo ospedale aveva una cucina aziendale che assicurava per lo meno ai pazienti un servizio di qualità.
“Poi – hanno aggiunto – è arrivata l’esternalizzazione e il trasferimento dei nostri operatori e l’azienda ha individuato punti di ristoro sostitutivi della mensa aziendale, fino ad arrivare all’attuale convenzione con la Casa di riposo ASP Martelli. Una convenzione non funzionale per i lavoratori, vuoi per i problemi legati alla prenotazione dei pasti, vuoi per i locali angusti, per la difficoltà di parcheggio e l’eccessivo dispendio di tempo non compatibile con gli orari di lavoro. Quindi il bar, con tutti i suoi limiti e i necessari lavori di ristrutturazione dei locali – hanno aggiunto i Cobas – , rappresentava l’unico punto “mensa” accessibile per i lavoratori anche quando questi dovevano accontentarsi di panini e pasti caldi rigenerati. Il tutto consumato in piedi, diversamente da quanto accade nelle mense ospedaliere per gli altri lavoratori: il massimo dell’agio, confort e del rispetto della persona oltre che di un diritto contrattuale!!!!”.
I sindacati, dopo essersi chiesti quando sarà restituito un punto di ristoro ai lavoratori, ai cittadini e ai familiari dei pazienti, dato che i lavori di ristrutturazione, di potenziamento e di messa a norma dell’Ospedale procedono con lentezza, hanno ricordato di aver più volte sollecitato l’azienda ad allestire un servizio mensa efficiente, al fine di garantire ai lavoratori del Presidio Ospedaliero del Serristori e dei servizi territoriali gli stessi diritti riconosciuti agli altri lavoratori aziendali.
“A questo punto – hanno concluso – pretendiamo che l’azienda intervenga rapidamente per ovviare ai disservizi che la stessa ha creato e che la chiusura dell’unico punto di ristoro mette ancora di più in evidenza, contribuendo a creare quell’alone di disfacimento in corso del plesso ospedaliero”.

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