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Defibrillatori negli impianti sportivi. Dopo la morte di “Pitena” la vicenda approda in consiglio comunale a San Giovanni

La morte di Romano Scala, per gli amici “Pitena”, deceduto per arresto cardiaco mentre giocava a tennis in un impianto sportivo di San Giovanni ha posto all’attenzione, ancora una volta, la necessità di dotare le strutture di defibrillatori. Argomento, questo, approdato ieri in consiglio comunale a San Giovanni Valdarno in seguito ad un’interrogazione specifica presentata da Mario Marziali del gruppo Cresce San Giovanni.
Il movimento di opposizione ha riportato le parole del dottor Massimo Mandò, responsabile del Deu Asl Toscana sud est, che, commentando la vicenda, ha richiamato le amministrazioni comunali a vigilare facendo applicare la Legge regionale numero 68 del 2015. Le norme sono chiare e indicano nel comune l’organo che esercita le funzioni di vigilanza e controllo in ordine al rispetto degli obblighi a carico dei soggetti gestori degli impianti e degli assegnatari degli spazi, anche avvalendosi delle aziende USL.
“Nel territorio comunale – ha aggiunto Cresce – sono presenti numerosissime società sportive che praticano discipline agonistiche e amatoriali presso impianti e palestre private e pubbliche, nonché scuole. Chiediamo
quindi se il comune fa applicare la Legge 68, se è in possesso di un elenco di defibrillatori montati, se è a conoscenza di chi ha in carico eventuali defibrillatori donati da associazioni del tipo “Amici del Cuore” e di chi vigila su di essi con manutenzioni e test. Inoltre – ha concluso il gruppo consiliare – riteniamo opportuno che venga fatta venga fatta una mappa delle ubicazioni di questi apparecchi salvavita”.

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