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Degrado a Campogialli, cantiere abbandonato senza sicurezza e pieno di insidie. I cittadini sono esausti

Sono otto anni che i residenti della lottizzazione il Molino di Campogialli, frazione di Terranuova B.ni vivono in queste condizioni.

Un cantiere abbandonato dal 2008 circonda una decina di abitazioni di recente costruzione ed in questi  lunghi anni qui è cresciuto di tutto: erbe che sono diventate alberi, la via di accesso che è praticamente scomparsa ed invasa da arbusti, rovi e reperti di cemento e di ferro del cantiere abbandonato. Un’ area della bella frazione terranuovese senza recinzione,  che da tempo convive con l’insicurezza ed il degrado tra serpenti, roditori e fiumi di zanzare ed insetti che fuoriescono da due depositi dell’acqua lasciati aperti dal giorno della chiusura del cantiere. Acqua putrida, ferma lì da sempre. Cisterne dove spesso sono stati rinvenuti animali morti e che costituiscono un enorme pericolo igienico-sanitario ma soprattutto per i bambini che qui in estate vengono a giocare. Una situazione insostenibile per i residenti che già nel 2013 avevano presentato un esposto al comune e alla Asl8 firmato dai componenti di cinque o sei famiglie del posto.

Lo stesso comune di Terranuova B.ni in tutto questo periodo ha emesso ben due ordinanze intimando i responsabili del cantiere di pulire e di mettere in sicurezza l’area.  Fino ad ora richieste  sempre disattese. La condizione dei residenti di Campogialli, come molti sapranno, non è unica. In molte parti del territorio valdarnese la crisi economica, che ha colpito soprattutto l’edilizia, ha lasciato segni simili di degrado e abbandono.

Eppure – sostengono i cittadini di Campogialli – esiste una legge dello stato italiano per la quale vige l’obbligo di tenere puliti ed in sicurezza i cantieri. Se il responsabile o il proprietario disattende per qualsiasi motivo questa norma, (per fallimento o quant’altro) spetta ai comuni fare gli interventi rivalendosi poi con i responsabili dell’area dismessa.

Ma nonostante tutto a Campogialli, per otto lunghi anni, niente è cambiato.

 

Immagine in home page di repertorio

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