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I dubbi sul terzo mandato…

La possibilità di un terzo mandato per i sindaci nei comuni da 5.000 a 15.000 abitanti appare per chi vi scrive un ulteriore vulnus nel sistema democratico, nonché un impoverimento della già bistrattata politica nazionale. Un amministratore che governa in maniera continua per un periodo così lungo sceglie e determina in misura forte e durevole per un territorio e per il suo indirizzo complessivo. E, guardate, non è qui il punto se governare bene o meno perché, in un vero contesto democratico e di regole, le due cose hanno un’importanza men che uguale. Va da sé poi il rischio di scivolare in una forma “oligarchica”, governo di pochi e per pochi dove l’interesse pubblico potrebbe apparire secondario rispetto alle ambizioni e alle brame di natura personale. E, ripeto, non è un fatto di governare bene o male,  è il ricambio che è necessario e propedeutico per tutte le democrazie che si rispettano.

Il mio auspicio sarebbe quello che, in presenza di candidati, si rinunciasse al terzo mandato a prescindere dalla possibilità: sarà davvero così, oppure molti si accoderanno prendendo al volo l’occasione ? C’è poi l’aspetto generazionale, non di certo favorito da un terzo mandato: ovunque ci sono ministri e amministratori trentenni, da noi si viaggia in un’altra direzione. Obiezione: la politica suscita minor interesse ed è sempre più difficile trovare persone disponibili per ruoli anche delicati di grande responsabilità…Vero, ma oggi ci chiediamo se l’autorigenerazione della politica stessa debba passare attraverso questi escamotages o invece percorrere strade più belle e anche coraggiose.

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