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I soliti vizi del pallone italico…

Fra le tante anomalie dell’italico pallone ne balza agli occhi una che assume oggi i contorni del paradosso e di più…ed è quella legata al problema stadio. Riconquistata la serie B dopo 50 anni di assenza il Lecco rischia addirittura di rimbalzare in quarta serie avendo trascurato la questione relativa all’impianto per la nuova stagione (il Rigamonti Ceppi non ha i necessari requisiti). Ma…nei guai sono quasi tutte le neopromosse: la Feralpi Salò dovrà giocare a Piacenza, il Sestri Levante in serie C a Carrara, il Pineto a Pescara, il Brindisi a Taranto, il Sorrento a Potenza. In molti casi si tratta di vere e proprie trasferte a molti kilometri di distanza con tutto ciò che ne consegue, perdita di pubblico, di interesse e persino di identità.
E non scordiamoci come da parecchi anni una società della massima serie, il Sassuolo, disputi le proprie gare interne a Reggio Emilia coi granata che di fatto non sono più padroni in casa propria. Una situazione insostenibile che si aggiunge alla questione economica disastrata di molti club. La Reggina pare oggi a rischio iscrizione, il Pordenone è già stato bocciato in favore del ripescato Mantova mentre per il Siena siamo alla terza bocciatura in dieci anni dopo quelle del 2014 e del 2020 che costringerà stavolta i bianconeri a ripartire (se tutto va bene) dall’ eccellenza regionale.
Insomma il solito nostro calcio magmatico spesso clientelare con tutti gli annessi e connessi. E se le società hanno le loro belle colpe con proprietà discutibili ed inaffidabili, una riforma vera e seria tarda ad arrivare…se non a parole. Quando molte cose sarebbero da rivedere, a partire dal calcio professionistico stretto da lacci e lacciuoli che lo rendono insostenibile, così come il numero elevato delle squadre che lo compongono. Sullo sfondo resta poi un problema non solo economico ma di cultura sportiva: in questo poco edificante calderone le responsabilità oramai sono ampie e diffuse ma di agire non se ne parla davvero. Ed il nostro calcio piangente soccombe dalla base fino al vertice.

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