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Il Pd di Montevarchi: “Basta ritardi e burocrazia per cittadini e imprese. Ecco il nostro piano di lavoro”

Sburocratizzare il più possibile e tempi certi e veloci per il rilascio delle concessioni edilizie, dei permessi a costruire e a ristrutturare, degli svincoli dei diritti di superfici. Su questi aspetti, secondo il Pd di Montevarchi, dovrà lavorare la futura amministrazione comunale, attraverso un impegno concreto con tutti i cittadini, i professionisti e le imprese. “I nuovi strumenti urbanistici, scaduti dalla fine del 2015 e non rinnovati dall’attuale amministrazione di destra – ha detto la segretaria Elisa Bertini -, dovranno partire dalla programmazione di nuove aree per l’edilizia pubblica e popolare, per le giovani coppie e per gli anziani, in modo da dare certezze a fasce di popolazioni costrette nel tempo a cercare nell’affitto l’unica loro soluzione
abitativa”.
Il Partito Democratico ha ricordato che sono passati più di quaranta anni dalla programmazione del PEEP, che ha offerto tante soluzioni alle famiglie montevarchine ed a quelle che sono arrivate qui per lavoro. “Adesso è arrivato momento di pensare a loro con la concretezza che ci ha sempre contraddistinto – ha aggiunto il Pd -. Ma non possiamo esimerci dal rispondere al comunicato di Prima Montevarchi riferito allo sviluppo della città con illazioni al solo scopo di denigrarla, senza vedere il continuo sviluppo che la nostra città ha avuto in tutti questi anni. Montevarchi vanta un’invidiabile presenza di imprese di diverso livello e caratura che evidenziano una imprenditorialità diffusa, intraprendente e fortemente innovativa. È proprio per dare risposta a queste imprese, per attirarne di nuove e creare nuovi posti di lavoro che le precedenti amministrazioni hanno programmato e concertato, con il consiglio comunale, interventi di trasformazione del territorio che hanno favorito l’insediamento di nuove attività e portato un elevato tasso di occupazione e di ricchezza diffusa nel territorio – ha precisato Bertini -. Gran parte di queste aree possono essere chiamate con il nome di imprese riconosciute a livello internazionale, oppure di imprese locali che tuttavia realizzano prodotti con un elevato livello di tecnologia e innovazione e che quindi esportano il nome di Montevarchi nel mondo. Inoltre – ha proseguito – una buona parte di questi interventi sono stati realizzati attraverso lo strumento del PIP (Piano per gli Insediamenti Produttivi), che ha consentito il controllo dei prezzi dei terreni e la qualità architettonica e urbanistica degli interventi, favorendo l’insediamento delle imprese ma anche ricercando il migliore progetto urbano che ha permesso di realizzare in città aree industriali di livello molto elevato”.
“È proprio grazie alla presenza di questi insediamenti industriali che si sono potute realizzare opere pubbliche e infrastrutturali di primaria importanza, quale per esempio Ponte Leonardo, che serve a ridurre l’impatto del traffico di attraversamento dall’abitato di Montevarchi”, ha continuato il Partito Democratico, che ha sottolineato come le aree di sviluppo residenziale che sono state realizzate nell’arco di 20 anni abbiano dato risposta ad una precisa richiesta del mercato immobiliare e alla crescita demografica della città. Inoltre, vista la forte richiesta di lavoro delle aziende, hanno richiamato residenti anche dai comuni vicini. “Ma soprattutto – ha concluso Elisa Bertini – ha seguito gli schemi previsti dai regolamenti urbanistici approvati e concertati con tutti i consigli comunali per tempo vigenti. La “cementificazione”, parola estremamente demagogica quando non si ha nulla da proporre, non si addice certo a Montevarchi, che nella sua programmazione ha cercato di creare quel Parco del Colle dei Cappuccini che l’attuale maggioranza non ha sentito come prioritaria, così come i sistemi di piste ciclabili e pedonali che con una loro sicura frequentazione, aiutano, e avrebbero aiutato, se in questi 5 anni fossero state incrementate, la salute di tutti noi cittadini. Ma questi concetti così precisi e coincisi non si addicono di certo a Prima “a chiacchiere” Montevarchi”.

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