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Infiltrazioni mafiose. L’associazione “Libera Valdarno” fa suonare il campanello d’allarme e propone una giornata di studio

Le notizie delle ultime settimane legate ad un’indagine in corso su un’azienda calabrese che ha eseguito i lavori di ampliamento della discarica di Podere Rota a Terranuova e a presunte infiltrazioni mafiose ha fatto suonare il campanello d’allarme, raccolto da”Libera Valdarno”. L’associazione ha ricordato che, nel corso di un recente convegno sulla n’drangheta in Toscana che si è tenuto a Montevarchi a fine luglio, il Procuratore Capo di Firenze Giuseppe Creazzo aveva sottolineato un aspetto che non può non preoccupare: “Dove c’è liquidità e possibilità di fare affari, le mafie tentano di essere presenti”. “Queste parole – ha detto Libera – inducono tutti noi alla riflessione, anche alla luce dei recenti fatti riportati dagli organi di informazione. Siamo felici dell’attenzione che la Prefettura, la Magistratura e le Forze dell’Ordine stanno dando nei nostri territori verso ogni episodio che può portare a fenomeni di infiltrazioni mafiose nei vari settori della nostra economia. A noi del Coordinamento di Libera del Valdarno Superiore – ha aggiunto l’associazione -, preme invece captare il campanello d’allarme che sta suonando da tempo anche da noi e sottolineare ancora una volta quanto sia importante da parte degli enti locali e da parte anche delle società partecipate o a carattere pubblico vigilare con la massima attenzione”. Per Libera appare ormai appare chiaro come il fenomeno mafioso tenti comunque, in varie forme e modalità, di fare “affari” anche in Valdarno, come testimoniano le inchieste in corso in questi ultimi anni che riguardano il Valdarno Aretino a Fiorentino. C’è bisogno quindi di un’azione anche di prevenzione che scoraggi chi cerca di “contaminare” il mondo economico e la comunità valdarnese. “Invitiamo per esempio le amministrazioni locali del Valdarno ad aderire alla Carta di Avviso Pubblico – ha sottolineato l’associazione Libera -. Un vero e proprio codice etico di comportamento della buona politica, rivisitato recentemente, come aiuto per non cadere in possibili difficoltà che poi andrebbero a discapito di enti ed istituzioni pubbliche”. La carta è composta da 23 articoli e indica concretamente come un buon amministratore può declinare nella quotidianità i principi di trasparenza, imparzialità, disciplina e onore previsti: contrasto al conflitto di interessi, al clientelismo, alle pressioni indebite, trasparenza degli interessi finanziari e del finanziamento dell’attività politica, scelte pubbliche e meritocratiche per le nomine interne ed esterne alle amministrazioni, piena collaborazione con l’autorità giudiziaria sono alcuni dei temi toccati dalla carta. “Lanciamo ai sindaci, alle giunte, ai presidenti del consigli comunali, ai vari gruppi consiliari, ma anche all’associazionismo di categoria e al mondo imprenditoriale una proposta – ha aggiunto Libera -. Perché non dedicare in autunno una giornata allo studio proprio della carta di Avviso Pubblico con un convegno aperto a tutti coloro che sono interessati al problema?”. Al seminario potrebbero essere invitati il Prof. Vannucci dell’Università di Pisa e i rappresentanti di Avviso Pubblico che hanno collaborato alla sua redazione, i magistrati e le forze dell’ordine. L’associazione si è detta disposta ad organizzarla.

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