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Insediato oggi il nuovo Vescovo di Fiesole. Presenti anche molti valdarnesi

Giornata storica quella di oggi per la diocesi di Fiesole, che ha accolto il suo nuovo vescovo, Monsignor Stefano Manetti, che si è insediato ufficialmente in occasione della festa di San Romolo, patrono della diocesi. Presenti anche molti fedeli del Valdarno e anche i sindaci dei comuni della vallata le cui parrocchie afferiscono a Fiesole. Figline Incisa Valdarno, Rignano, Reggello, Castelfranco Pian di Scò, Montevarchi, Cavriglia e San Giovanni Valdarno. Due i momenti salienti, il primo in cattedrale dove Monsignor Manetti è stato accolto dall’Arcivescovo di Firenze Cardinale Betori. Il secondo al Teatro Romano, dove si è tenuta la solenne concelebrazione che ha sancito l’inizio dell’episcopato.
“Tenendoci per mano ci scopriremo fratelli tutti”. È l’invito fatto dal vescovo Stefano ai fedeli. “Ti saluto, cara Chiesa di Dio che sei in Fiesole, che oggi ricevo dalle mani di Nostro Signore e dalle mani del vescovo Mario, per servirla ed onorarla mediante il ministero episcopale” ha detto mons Manetti all’omelia”.

Il programma della giornata è iniziato alle ore 17 con l’ingresso di monsignor Stefano Manetti – accompagnato dal vescovo Mario Meini, amministratore apostolico – nella chiesa di S. Maria Primerana in piazza Mino a Fiesole per un momento di preghiera privato davanti all’immagine della Madonna. Poi, alle 17.10, si è spostato a fianco sul basolato del Municipio dove ad attenderlo c’erano le autorità civili e militari: qui la sindaca di Fiesole Anna Ravoni gli ha rivolto un saluto a nome di tutti sindaci della diocesi e delle autorità presenti. Il vescovo Stefano ha risposto: “Abbiamo in comune il servizio alla comunità, nelle varie forme e secondo i vari carismi, ed è incontrandoci in questo campo della passione per la popolazione che serviamo, che ci troviamo spesso a lavorare gomito a gomito e questo fa nascere stima e amicizia”. Presenti il presidente della Regione Eugenio Giani, i consiglieri regionali Cristiano Benucci, Vincenzo Ceccarelli e Elisa Tozzi, il vicepresidente del Csm David Ermini, il presidente della provincia di Arezzo Silvia Chiassai Martini, il consigliere delegato alla Protezione civile della Città Metropolitana di Firenze Massimo Fratini, e i sindaci o i delegati di tutti i Comuni del territorio diocesano. Presente anche Domenico Giani, presidente della Confederazione nazionale delle Misericordie.

Subito dopo, sempre insieme a mons. Meini, il Vescovo si è mosso verso l’episcopio accompagnato da un corteo civile con i Vigili a cavallo del Comune di Firenze, con il Corteo storico della Contea di Turicchi, le autorità civili, militari e i gonfaloni dei Comuni. Una volta arrivati davanti all’episcopio, mons. Manetti e mons. Meini sono saliti per indossare i paramenti sacri. La casula e la mitria, realizzati dalle Monache Benedettine del Monastero di Rosano, sono il regalo che la diocesi di Fiesole ha fatto come dono di benvenuto al vescovo Stefano. Alle 17.30 è entrato in cattedrale accolto dal metropolita card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, che ha presieduto questa prima parte della celebrazione. Il vescovo Mario Meini ha fatto un saluto di benvenuto al vescovo Stefano a nome della diocesi: “Benvenuto in questa cattedrale. L’abbraccio della comunità fiesolana è un abbraccio caloroso, perché San Romolo ha un nuovo successore, perché Fiesole ha il suo vescovo. Un abbraccio caloroso perché il vescovo sei tu Stefano, un vescovo che conosce da vicino questo territorio. Ti saluto nel segno di sant’Andrea Corsini, il più fiorentino dei vescovi fiesolani”. Successivamente il Cancelliere don Fabian Francalanci ha letto la Bolla Papale di nomina. A questo punto è arrivato il momento più significativo che ha sancito il passaggio di testimone tra il nuovo vescovo e quello uscente: la consegna del pastorale da Meini e Manetti, il simbolo della guida della comunità. Poi c’è stato un breve atto di omaggio al nuovo pastore da parte del Capitolo dei Canonici, del Collegio dei consultori, di una famiglia, di un religioso e di una religiosa.
Al termine è partita la processione liturgica dalla cattedrale al Teatro Romano dove, alle ore 18, con il canto del Gloria è iniziata la celebrazione della Messa solenne presieduta dal vescovo Stefano e concelebrata dai vescovi della Toscana. Oltre al card. Betori e a mons. Meini erano presenti: il card. Antonio Paolo Lojoudice (Siena); mons. Giovanni Paolo Benotto (Pisa); mons. Andrea Bellandi (Salerno); mons. Paolo Giulietti (Lucca);  mons. Riccardo Fontana (Arezzo-Cortona-Sansepolcro); mons. Rodolfo Cetoloni (vescovo emerito di Grosseto); mons. Fausto Tardelli (Pistoia); mons. Simone Giusti (Livorno); mons. Carlo Ciattini (Massa Marittima-Piombino); mons. Giovanni Roncari (Grosseto e Pitigliano); mons. Andrea Migliavacca (S. Miniato); mons. Giovanni Nerbini (Prato); mons. Mario Vaccari (Massa Carrara Pontremoli); mons. Claudio Maniago (Catanzaro); card. Ernst Simoni; Giuseppe Casetta (abate di Vallombrosa). Hanno concelebrato anche molti sacerdoti della diocesi fiesolana e una rappresentanza di quelli della Chiesa di Montepulciano: mons. Manetti, tra l’altro, è stato nominato amministratore apostolico della diocesi in attesa della nomina e della presa di possesso del nuovo vescovo.

“Ti saluto, cara Chiesa di Dio che sei in Fiesole, che oggi ricevo dalle mani di Nostro Signore e dalle mani del vescovo Mario, per servirla ed onorarla mediante il ministero episcopale”. Queste le prime parole pronunciate all’omelia, la prima da vescovo di Fiesole. “Il nostro cammino insieme – ha continuato mons. Manetti – ha inizio in questo giorno di festa del nostro Patrono, san Romolo, martire”. Il martirio è un segno che “si riferisce al nostro battesimo, in quanto rappresenta il compimento perfetto della vocazione di ogni battezzato, cioè la decisione di vivere per Cristo fino al dono totale di sé, per alcuni realizzatosi in modo cruento, come Romolo, per tutti vissuto in modo incruento, ma con lo stesso spirito, quando si giunge a porre la relazione col Signore al di sopra di ogni altro bene”. Poi un riferimento al cammino sinodale iniziato dalla Chiesa “alla riscoperta della meravigliosa grazia ricevuta nel battesimo, che ci fa popolo di Dio in cammino dietro al Signore e verso la gente, colmo di speranza pur attraversando le non poche criticità del presente”. Tra queste, “siamo certamente provati dalla pandemia, dalla crisi economica e dalla guerra in Europa e abbiamo imparato che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo ma solo insieme” ha aggiunto il vescovo Stefano citando Papa Francesco. Ricordando i tre vescovi santi del IX secolo della Chiesa fiesolana (Leto, Alessandro e Romano) ha sottolineato la loro “testimonianza della forza sociale dell’amore del prossimo, cominciando dai poveri e da chi soffre ogni forma di emarginazione, e soprattutto perché ci ricordano che l’atto di amore più grande verso l’umanità è l’evangelizzazione”. Per questo ha invitato a far uscire “il Cristo dalle sacrestie e portarlo per le strade e per le piazze, con coraggio, con gioia e soprattutto con amore”. E poi ha messo in relazione l’acustica perfetta del teatro romano “attraverso una sapiente disposizione delle pietre” con i cristiani che “sono pietre vive su cui si edifica la Chiesa”: “la conversione a cui il Signore ci chiama è di formare tra noi una così armoniosa comunione” così che “l’annuncio del Vangelo possa arrivare chiaro e forte al cuore di tutti”.
Il primo appuntamento pubblico del nuovo vescovo in diocesi sarà, domenica 10 luglio, a Castagno d’Andrea dove amministrerà il sacramento della Cresima ai ragazzi della parrocchia. Poi, lunedì andrà alla Vela a visita i campi dell’Opera per la gioventù «Giorgio La Pira». Sono i primi impegni di un’agenda che si farà a mano a mano sempre più fitta.

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