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L’altra domenica….quel vecchio profumo delle figurine (e di altro ancora…..)

Ho finito di leggere il bel libro di Luigi Garlando, “L’Album dei Sogni”, dedicato alla meravigliosa avventura dei quattro fratelli Panini (più una madre) che, nei cosiddetti anni del “boom” economico fecero di Modena e del nostro paese la capitale delle figurine…Una storia fatta di rischio e di intuizioni del tutto innovative ed originali per chi aveva cominciato tutto con un edicola all’ombra del Duomo e della ghirlandina. Figurine in tutto il mondo e di ogni genere, anche se i ricordi di infanzia sono per lo più legati alle raccolte dei calciatori del campionato.
E giù..con barattoli di coccoina, valide e bis valide, e grandi partite a “scoppietta” dove l’abilità era quella di fare girare con un colpo ben assestato il maggior numero di “figu” possibili per poi passare..alla cassa. Le figurine sono….il nonno che, all’uscita della scuola elementare, mi accompagnava in una vineria li vicina che, fiutando l’affare, era riuscita a farsi assegnare la vendita delle agognate bustine. L’odore del vino e dell’aceto della bottega del..Brilli di via Garibaldi (i vecchi sangiovannesi come me la ricorderanno di sicuro) si mischiava a quello della cancelleria e dell’inchiostro. Alla campanella, la carta delle bustine appena aperte invadeva la stanza ed il marciapiede difronte , in uno scoppiettio di grida gioiose e di meraviglia.
Ho ritrovato, potere di internet e di e-bay, la collezione del 1967, quella con in copertina Cesarone Maldini ed il capitano del Benfica Coluna e con dentro tutte le squadre della serie A alla cadetteria. 11 titolari o presunti tali, il portiere di riserva e, in basso a destra, le riserve , 3 calciatori scelti fra rose infinitamente più corte delle attuali. In alto la squadra ripresa prima di una partita e lo scudetto quasi sempre con riflessi argentati: sotto…ogni protagonista, il luogo e la data di nascita, peso ed altezza e…se sposato o celibe, elemento caratterizzante di un epoca molto molto diversa. E poi tutte le 18 partecipanti alla serie maggiore in ordine alfabetico: l’Atalanta con le larghe striscie neroazzurre, il Brescia dalla grande V davanti, il Bologna di Bulgarelli, Haller e Pascutti che a quel tempo andava per la maggiore…il Cagliari di Gigi Riv, la Fiorentina con la coccardina tricolore della coppa Italia conquistata la stagione precedente. E ancora il Foggia Incedit, l’Inter avviata ad un annata deludente dopo i tanti trionfi con il mago Helenio. E, fra i neroazzurri, in basso a sinistra il mio Spartaco Landini a comporre il trio delle riserve con il brasiliano Jair e Renato Cappellini. Avanti con la Juve poi scudettata proprio ai danni dell’Inter e guidata dal ginnasiarca Heriberto, il Lanerossi dalle righe quell’anno sottili, la Lazio di Idilio Cei e poi il Lecco con le maglie blu celesti ed il “gringo” Sergio Clerici, giorni ruggenti all’ombra del…Resegone.
C’è poi il Mantova del giovane già vecchio Dino Zoff, il mio Milan con Giannino ancora dai capelli a spazzola, il Napoli di Sivori e Altafini, “che goal amiciii!!!”. Pizzaball, introvabile qualche anno prima causa assenza al momento della foto, gioca stavolta nella Roma dalla bella maglia rossa con bordi girocollo ocra. La Spal con il giovane Fabio Capello relegato ancora fra le riserve ma pronto ad..esplodere sotto le cure di Petagna, e nei granata del Toro c’è ancora in alto a sinistra il povero Gigi Meroni, talento beat ed idolo dei tifosi. Qualche mese più tardi, a fine 1967, ci lascerà per un tragico e fatale destino rimbalzando fra due auto in un viale torinese. L’ultima formazione in posa è quell’anno il Venezia di verde vestito con il centravanti Pedro Manfredini detto “piedone”, già idolo nella capitale. Ieri ho ripreso in mano l’album e l’ho ripassato con nostalgia pensando alla bottega del Brilli e alla mano del caro nonno Lino che mi accompagnava….

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