Ha rischiato la propria vita per salvare dallo sterminio nazifascista più vite umane possibili. Per questo il terranuovese Don Amelio Vannelli è stato nominato “Giusto tra le Nazioni” e la sua storia è stata raccontata in un libro, edito dalla Pro Loco terranuovese e curato da Carlo Fabbri, che ripercorre l’esistenza del Monsignore, il cui nome è riportato tra i 25.685 nominativi incisi sul Muro dell’Onore, ovvero tra quanti hanno rischiato di morire pur di evitare una fine tragica a tanti uomi e donne, sottoposti agli eccidi.
Il volume, patrocinato dal comune di Terranuova e dal titolo “Don Amelio Vannelli. Giusto tra le nazioni” è stato presentato questa mattina presso la Sala dei Grandi del palazzo della Provincia di Arezzo, alla presenza di moltissimi studenti. A fare gli onori di casa il presidente della Provincia Roberto Vasai, ma erano presenti anche l’autore, il presidente della Pro Loco Rossano Carsughi e i sindaci di Terranuova Chienni e di Pergine Neri.
“La bellezza passa dai luoghi importanti come la Sala dei Grandi che ha ospitato questa presentazione, ma passa anche e soprattutto dalle persone, dalle azioni di donne e uomini che con il loro agire fanno la storia. E Don Amelio ne ha scritto una bellissima pagina, mettendo a rischio la propria vita per salvare altre vite umane, in un eroismo della quotidianità che lo rende un testimone della concretezza e dell’accoglienza – ha detto il Sindaco Sergio Chienni -. Quante volte non prestiamo attenzione agli ultimi, agli oppressi, quante volte ci capita di ascoltare distrattamente notizie di drammi umanitari? Tante, troppe. Ecco, la testimonianza di Don Amelio ci insegna: è una storia di coraggio, ma anche di lotta all’indifferenza, un invito a non girarsi dall’altra parte e ad essere davvero prossimi a chi è in difficoltà”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il primo cittadino di Pergine Simona Neri, che ha voluto ricordare anche una figura a lei cara, suo nonno Torquato. “Ha lavorato per Don Amelio in uno dei periodi più duri della nostra storia – ha detto – , in un luogo testimone di alcune delle stragi più efferate, un luogo di resistenza: i boschi della nostra bella Cacciano. La bontà lascia sempre senza fiato – ha aggiunto la Neri – Don Amelio ci ricorda ciò che gli esseri umani possono fare nel bene. Nel quotidiano, Giusti, possiamo esserlo tutti, in ogni luogo e in ogni ruolo, è pur sempre una questione di scelte”.