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Pascucci risponde all’associazione residenti del centro storico sul tema del decoro

“Nel tempo si sono verificate situazioni di trascuratezza imputabili soltanto al privato proprietario o fruitore del patrimonio, e sono questi soggetti a dover riflettere e rispondere all’ intera cittadinanza sui fenomeni di decoro e igiene”. Parole dell’assessore all’urbanistica del comune di San Giovanni Valdarno Gianmario Pascucci, che ha preso carta e penna e ha scritto una lettera aperta in risposta alle critiche avanzate ieri dall’associazione dei residenti del centro storico.
Pascucci ha detto di essere rimasto stupito dalla sostanza della polemica, ricordando che le situazioni descritte da chi abita nel cuore di San Giovanni non possono essere ascritte alle attuali modalità di gestione della cosa pubblica, bensì ad altre cause che chiamano in causa gli stessi cittadini. L’assessore ha precisato, innanzitutto, che San Giovanni è dotata di una strumentazione urbanistica e regolamentare particolarmente avanzata. “In particolare – ha detto – il piano del centro storico, ancora perfettamente valido, è stato a suo tempo un modello di intervento guardato a livello nazionale e prevedeva, come necessari, gli interventi di restauro e manutenzione dei fronti interni degli edifici – proprio quelli prospicienti i chiassi – e gli interventi di riqualificazione dei piani terra adibiti ad attività commerciali e terziarie. Per questi ultimi – ha aggiunto – si tratta semplicemente di riaprire gli accessi dal chiasso, attualmente chiusi con infissi logori e degradati, , dotando peraltro il piano terra di un sistema di ventilazione trasversale quanto mai opportuna”.
Riguardo alla fattibilità di questi interventi, Pascucci ha sottolineato che è necessario acquisire o ri-acquisire la coscienza cittadina dello spazio urbano come bene comune, ribadendo che il degrado e la vulnerabilità del centro, anche nei suoi aspetti sociali, possono essere combattuti ed eliminati se si esprime, da parte soprattutto della proprietà fondiaria particolarmente frazionata, una volontà di intervento sul proprio patrimonio, tramite forme di consorzio di attuazione. E ha portato alcuni esempi.
“Per mitigare l’effetto della presenza di piccioni – ha detto Pascucci – viene giustamente suggerito il sistema delle reti , che però può essere posto in opera solo dai proprietari stessi degli edifici. Tenendo tuttavia conto del fatto che sono scarse le unità’ di condominio obbligatorio, si pone l’esigenza di accordi di isolato da concretizzarsi nelle forme tecnico giuridiche possibili. Lo stesso – ha continuato – vale per il corretto restauro o la corretta manutenzione delle facciate degli edifici che insistono sui chiassi. Occorre recuperarne la dignità’ e contemporaneamente la vivibilità collettiva. Senza dimenticare l’apertura delle porte e delle finestre dei fondi commerciali e il restauro degli infissi attualmente maltenuti. È chiaro a chiunque – ha proseguito Pascucci – che nel tempo si sono verificate situazioni di trascuratezza imputabili soltanto al privato proprietario o fruitore del patrimonio, e sono questi soggetti a dover riflettere e rispondere all’ intera cittadinanza sui fenomeni di decoro e igiene. Le linee strategiche che ho qui delineato risolverebbero, a mio modesto parere, i problemi alla radice”.
L’assessore ha poi ricordato che è molto complicato, per l’amministrazione, presidiare la città’ 24 ore su 24 tramite un sistema di pulizia permanente. Sarebbe invece più’ efficace e intelligente il coinvolgimento sociale attraverso forme di consorzio, da avviarsi anche in forma sperimentale, per eliminare i fenomeni denunciati dall’associazione dei residenti del centro storico. I chiassi, ad esempio, potrebbero trasformarsi in percorsi vivibili trattati con pari dignità’ dei percorsi principali e mantenuti come le vetrine della via maestra. Da questo punto di vista l’amministrazione sarebbe in grado di occuparsi della sicurezza, della manutenzione e dell’assetto viario secondario. E potrebbero essere studiate anche forme di incentivo compatibili con le vigenti normative fiscali. “ Ma la soluzione dei problemi – ha concluso Pascucci – può derivare solo da un impegno collettivo nel quale ogni soggetto, privato e pubblico, esprime ciò’ che gli spetta”.

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