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Manuel Pasqual ospite all’Isis Valdarno e al Liceo Varchi per la terza edizione di “Io ti rispetto”

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Manuel Pasqual ex calciatore professionista di Fiorentina, Arezzo ed Empoli è stato ospite questa mattina al Liceo Benedetto Varchi di Montevarchi e all’ISIS Valdarno di San Giovanni per l’incontro con gli studenti del progetto di educazione civico sportiva “Io ti rispetto”, giunto quest’anno alla sua terza edizione.
L’ex capitano della Fiorentina questa mattina ha potuto parlare agli alunni dei due istituti valdarnesi di fair play, inclusione ed integrazione nello sport e nella vita.
L’iniziativa, giunta alla sua terza edizione consecutiva, è promossa dall’Associazione fra i familiari delle vittime dell’Heysel con il patrocinio della Provincia di Arezzo e del Coni. Coinvolti gli istituti superiori ad indirizzo sportivo del territorio e tra questi i due plessi valdarnesi. “Io ti rispetto” vede anche la collaborazione della delegazione provinciale FIGC di Arezzo, dell’Olmoponte Santa Firmina e del Panathlon club di Arezzo. L’obiettivo del progetto è quello di comunicare i valori dello sport integrando e completando così il percorso didattico nelle scuole. Gli istituti vengono infatti coinvolti nell’ottica anche della prevenzione ed il contrasto al bullismo, dell’adozione di corretti stili di vita, del  riconoscimento dei valori del fair play. Senza dimenticare l’acquisizione di comportamenti basati sul rispetto delle persone e delle regole, il contrasto al tifo violento al doping ed al disagio giovanile, l’inclusione e l’integrazione attraverso lo sport ed infine la sicurezza nella pratica sportiva.

L’idea dei promotori è quella di partire dalla memoria della strage dell’Heysel, che ha riguardato da vicino la comunità aretina, dato che tra le 39 vittime c’erano il dottor Roberto Lorentini e la giovanissima Giuseppina Conte. Partire da quella tragedia per  far riflettere le giovani generazioni su come l’annientamento dei veri valori dello sport, a cominciare dal rispetto dell’altro, può portare a conseguenze drammatiche.
“Partendo dal racconto di un dramma come quello che accade a Bruxelles il 29 maggio del 1985 – spiega il presidente dell’Associazione fra i familiari delle vittime dell’Heysel Andrea Lorentini – si arriva a quello del percorso virtuoso di un campione, avviando così una presa di coscienza ed una consapevolezza nei ragazzi su ciò che significa fare sport in maniera sana e corretta L’impegno dell’associazione è da sempre quello di fare memoria senza tralasciare la parte educativa rivolta alle giovani generazioni”.

IN ALTO LE INTERVISTE RILASCIATE DAI PARTECIPANTI QUESTA MATTINA AL CGT DI SAN GIOVANNI VALDARNO

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