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Rossi al Governo. “Se si riapre tutto, perchè non le scuole?”. Nel frattempo ecco il piano di riapertura

Ha rischiato nuovamente di saltare l’accordo tra Governo e Regioni sulle riaperture. Dopo l’intesa raggiunta nella tarda serata di venerdì con il governo, la notte scorsa c’è stato un nuovo incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. I presidenti regionali temevano infatti che il dispositivo del dpcm di fatto depotenziasse le linee guida unitarie delle Regioni, che poi sono quelle delle categorie. L’esecutivo ha deciso quindi di allegare al suo testo le linee guida delle Regioni e verso le 3,30 della notte l’accordo è stato raggiunto.
“Come ho già detto, l’ordinanza per la Regione Toscana, si conformerà alle date indicate dal Governo per le riaperture delle varie attività, salvo miglioramenti e chiarimenti nei prossimi giorni – ha detto il Governatore Rossi -. Anche i protocolli per la sicurezza che adotteremo, salvo raccomandazioni e consigli, sono quelli nazionali”. Il Presidente della Toscana si è poi posto un quesito. “Mi permetto di fare però una domanda al governo: se si riapre tutto perché non si riapre anche la scuola?”. Una domanda a cui, probabilmente, qualcuno risponderà da Roma.

Ecco il piano delle aperture (tratto dal portale “Il Post”)

dal 18 maggio potranno riaprire i negozi, i servizi di cura alla persona, bar e ristoranti, gli stabilimenti balneari, gli uffici pubblici e i musei a condizione però che le regioni accertino che la curva epidemiologica sia sotto controllo;
dal 25 maggio potranno riaprire – sempre previa autorizzazione delle regioni – le palestre, le piscine e i centri sportivi;
dal 15 giugno potranno riaprire cinema e teatri, e cominceranno una serie di offerte ricreative per i bambini, ha detto Conte;
• dal 18 maggio ci si potrà muovere liberamente all’interno della propria regione, salvo disposizioni più restrittive per aree specifiche in cui sarà rilevato un maggiore rischio di contagio: «significa uscire di casa senza dover giustificare dove si vuole andare», compresi «al lago o in montagna»;
da lunedì si potranno incontrare anche gli amici (e quindi chiunque si voglia), oltre ai famosi “congiunti”;
fino al 2 giugno ci si potrà muovere da una regione all’altra solo per motivi di lavoro, salute o assoluta urgenza; dal 3 giugno potrebbe tornare possibile spostarsi liberamente tra regioni diverse: ma dovrà essere valutato e dipenderà dai nuovi dati sull’epidemia, che potrebbero richiedere provvedimenti specifici e più restrittivi per certe aree;
dal 3 giugno sarà possibile muoversi da e per l’estero, ma potranno esserci disposizioni specifiche per gli ingressi e le partenze verso certe aree; continuano ovviamente a valere le misure restrittive internazionali e comunitarie, e quindi anche quelle che limitano gli ingressi in paesi esteri dall’Italia;
• sempre dal 3 giugno si potrà entrare in Italia dall’Unione Europea senza l’obbligo di 14 giorni di quarantena: serve a rilanciare il turismo, ha detto Conte;
• continua a valere l’obbligo di isolamento domiciliare o in albergo sanitario per le persone risultate positive al coronavirus o per i loro contatti stretti, se deciso dalle autorità sanitarie;
• continuano a essere vietati gli assembramenti in luoghi pubblici; gli eventi con la presenza di pubblico «si svolgono, ove ritenuto possibile sulla base dell’andamento dei dati epidemiologici»;
• i sindaci possono chiudere aree in cui non è possibile garantire il distanziamento fisico;
• possono riprendere le funzioni religiose, seguendo i regolamenti appositi approvati dal governo nei giorni scorsi.

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