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Si chiude l’anno del trentennale per il Calcit Valdarno. Quasi 500 soci e 100.000 euro di donazioni dal 5 per mille

Si chiude un anno storico per il Calcit Valdarno, che nel 2021 ha festeggiato i 30 anni di attività. Era il 3 maggio 1991 quando nella sala consiliare di Palazzo d’Arnolfo fu presentato ufficialmente alla cittadinanza il Comitato Autonomo Lotta contro i Tumori. Da allora l’associazione ha fatto passi da gigante e grazie alla costanza dei volontari e alla generosità dei valdarnesi, in questi decenni, sono stati raccolti centinaia di migliaia, prima di lire, e poi di euro, per la sanità del territorio. “Anche questo anno – ha detto il presidente Piero Secciani – è stato contraddistinto dall’emergenza sanitaria. Per il secondo anno consecutivo non abbiamo potuto organizzare la cena di Natale, ma l’abbiamo fatta da asporto, in collaborazione con il circolo Simonti del Ponte alle Forche, a base di stufato alla sangiovannese.
I valdarnesi con noi sono sempre generosi. Basti pensare che abbiamo raggiunto i 474 soci e che, nel 2020, abbiamo ricevuto oltre 93.000 euro derivanti dal 5 per mille della dichiarazioni dei redditi. Crescono poi le disposizioni testamentarie, con persone che hanno espresso la volontà di donare soldi o immobili a favore della nostra associazione”. Il Calcit, anche nell’anno appena concluso, si è attivato per l’acquisto di macchinari per la sanità, ha rafforzato il progetto Scudo per l’assistenza domiciliare ai malati di tumore, ha attivato ambulatori medici e borse di studio. I mercatini, causa pandemia, hanno subito una sospensione forzata, ma l’ultimo che si è tenuto, lo scorso mese di ottobre, di fronte all’ospedale di Santa Maria alla Gruccia, ha fruttato quasi 3.000 euro, destinati al potenziamento del progetto Scudo. Dall’inizio della pandemia ad oggi, grazie alle donazioni, sono stati investiti 250.000 euro per la sanità valdarnese, nello specifico per i malati oncologici.
Tra gli investimenti più importanti legati all’oncologia, un dosimetro per la radioterapia e per il trattamento encefalico, costato ben 120.000 euro. 60.000 euro, invece, sono stati spesi per una macchina tecnologicamente all’avanguardia che consente di effettuare esami radiologici a casa dei pazienti più fragili, impossibilitati a recarsi in ospedale. “La nostra associazione – ha spiegato Secciani – ha promosso, in questi ultimi anni, anche progetti di educazione alla salute, in ambito di prevenzione, elaborati e attuati in collaborazione con le strutture sanitarie, le amministrazioni locali e le scuole, per sensibilizzare i cittadini verso corretti stili di vita che passano anche da una sana alimentazione e dalla pratica sportiva”. La pandemia, purtroppo, ha creato criticità in altri settori della sanità. Da qui l’appello del presidente del Calcit. “Chiedo di rimettere in pista a pieno regime le attività di screening che sono fondamentali per prevenire le malattie tumorali. C’è stato un rallentamento in questi due anni, dovuto all’emergenza in corso. Dobbiamo fare di tutto per tornate ai periodi pre covid”.

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