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Vaccinazioni: “Persone fragili dimenticate”, la denuncia dell’Associazione Traumi Cranici Toscani

“Su questa cosa dei vaccini non ci siamo proprio. I più fragili sono stati dimenticati assieme ai caregiver che li assistono. Un fatto che reputiamo gravissimo perché è tutto l’opposto di come era stato prospettato”. E’ arrabbiata e non lo nasconde Ivana Cannoni, storica presidente dell’A.Tra.C.To., l’ Associazione Traumi Cranici Toscani che si occupa fin dal 1997 di traumatizzati e persone con gravi cerebrolesioni, per un’organizzazione del piano vaccinale nel Granducato ritenuta fin qui inadeguata.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata la scorsa notte quando il portale regionale per le prenotazioni è diventato il luogo dell’attesa infinita e motivo di disappunto e rabbia per chi ha bisogno. “Le categorie con fragilità dovevano avere un occhio di riguardo – aggiunge Ivana Cannoni – e non ricevere semplicemente indicazioni generiche. Basti pensare a quanto accaduto nelle ultime ore. La finestra sul portale della Regione si è aperta alle 19 ma nonostante i tentativi anche fino a notte fonda per molti è stato impossibile prenotare. Ci voleva, e lo sollecitiamo con forza, un sito apposito e specifico solamente per i più fragili per evitare ansia, sovrapposizioni e intasamenti. Dispiace ancora di più una simile catena di disguidi e ritardi se si pensa che proprio la Toscana era stata una delle prime in Italia a promuovere l’iter con i medici di famiglia”.
“Un programma che all’inizio sembrava in grado di funzionare. Si parlava di tempi rapidi per la somministrazione delle dosi alle persone ultraottantenni e a seguire a quelle con disabilità e a chi si prende cura di loro quotidianamente. Lo avevamo caldeggiato anche noi insieme alle altre realtà associative che operano in questo settore, raccomandando la massima attenzione per i più deboli. E invece all’improvviso tutto si è fermato. Colpa un po’ della sospensione cautelativa per il siero AstraZeneca, in attesa del via libera dell’Ema, e poi per i vaccini anche di altre case farmaceutiche che arrivavano col contagocce”.
Intoppi a ripetizione legati anche a un’impostazione giudicata all’insegna dell’incertezza e delle diverse velocità. “Era necessario rispettare quel percorso individuato all’inizio – continua – e che avrebbe permesso anche le vaccinazioni a domicilio di chi, come accade spesso, non può spostarsi con facilità. Che fosse il vaccino la strada maestra per uscire dall’emergenza era noto da mesi. C’era tutto il tempo per delineare percorsi e programmi precisi – conclude – e invece ci troviamo in mezzo al guado col risultato di aumentare la percezione di improvvisazione in chi intende vaccinarsi”.

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