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Gioco d’azzardo in Valdarno. I dati del 2016. A Montevarchi e San Giovanni quasi 70 milioni di soldi spesi

I dati sono stati forniti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e si riferiscono al 2016. Dati impressionanti, che testimoniano come il fenomeno del gioco d’azzardo, anche in Valdarno, abbia raggiunto livelli inimmaginabili fino a qualche tempo fa. Nella vallata, lo scorso anno, la raccolta totale ha sfiorato i 107 milioni di euro, più del 20% della raccolta totale di tutta la provincia di Arezzo. Le vincite complessive, in Valdarno, sono state invece pari a 82 milioni di euro. La spesa media pro capite per abitante è stata pari a 925 euro. Analizzando poi i numeri comuni per comune scopriamo che a Montevarchi sono stati spesi per il gioco d’azzardo oltre 36 milioni di euro con quasi 28 milioni di vincite; a San Giovanni più di 31 milioni di euro di raccolta totale con vincite per un importo pari a 25 milioni di euro; a Terranuova si è giocato per oltre 14 milioni di euro con vincite pari a 11 milioni. Il comune nel quale si è speso meno è stato quello di Pergine, con poco più di due milioni, seguito da Laterina, Loro Ciuffenna e Cavriglia.
Per quanto riguarda la spese pro capite, scopriamo che sono i sangiovannesi a salire sul “podio”, con ben 1.837 euro di raccolta per abitante. Seguono Montevarchi (1.494 euro), Terranuova Bracciolini (1.166 euro), Pergine Valdarno (847 euro), Castelfranco Piandiscò (830 euro) e Laterina (817 euro). I dati sono stati analizzati da Simona Neri, referente dell’Anci Toscana per la lotta alle ludopatie. Dopo aver ricordato che l’Italia, con 1.459 euro di spesa procapite annua è il primo mercato del gioco d’azzardo in Europa e il terzo mercato nel mondo, con un giro d’affari di 96 miliardi di euro, ha posto l’accento sui numeri locali.
In Valdarno ci sono alcuni comuni nei quali la spesa pro capite supera addirittura quella nazionale. E’ il caso di Montevarchi e San Giovanni. “ L’esperienza del tavolo ludopatie di Anci Toscana – ha detto la Neri – nasce dalla necessità di tutelare le fasce più deboli della cittadinanza da un disagio che diventa sempre più percettibile e trasversale e di fare la nostra parte, come enti locali, inserendosi nella grande rete territoriale che coinvolge l’azienda sanitaria, le forze dell’ordine, le categorie economiche ed un mondo dell’associazionismo attento e sensibile”. In Toscana è attualmente vigente una legge che sul tema lascia spazio agli enti locali per l’individuazione di ulteriori luoghi sensibili. Oltre alle scuole, luoghi di culto e centri sportivi. “ L’Anci – ha aggiunto la Neri – ha distribuito una bozza di regolamento comunale sul gioco lecito che aggiunge anche i parchi pubblici, i locali di proprietà comunale e delle società partecipate, stazioni ferroviarie o terminal di autobus, sportelli bancari e “compro‐oro”.

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