Cerca
Close this search box.

L’altra domenica. La variante W: Wimbledon e Wembley, a Londra รจ grande Italia

Inghilterra-Italia, finale stasera dell’Europeo, si porta con sรฉ una gran bella fetta di storia calcistica. I nostri “azzurri” vantano un palmares straordinario, i vecchi maestri britannici decisamente meno, a livello di nazionale, ma non cosรฌ da oscurarne il fascino primordiale di veri inventori del football moderno. Giornata straordinaria per lo sport di casa nostra: in pochi chilometri oggi si va dalla finalissima dell’europeo di Wembley a quella sull’erba di Wimbledon di Berrettini, primo giocatore italiano a raggiungere un cosรฌ alto traguardo nel torneo forse piรน prestigioso del mondo (che fascino i tennisti in bianco …). Alla sera invece scocca l’ora per gli azzurri di Roberto Mancini che, nello stadio londinese, visse la sua giornata piรน amara da calciatore perdendo la coppa dei campioni con la Sampdoria nella finalissima contro il Barcellona. Al di lร  dei valori tecnici degli uomini di Southgate, innegabile come il fattore campo sia un elemento a favore in piรน per i nostri avversari. Ma, sgombriamo la mente da ogni pensiero malevolo e dalla solita dietrologia di turno: se la vecchia Inghilterra del pallone non vince nulla da oltre 50 anni ci saranno buoni motivi, nรฉ mi pare come in questo periodo i “bianchi” abbiano goduto di trattamenti di favore.
Eppure in un epoca lontanissima, oramai, i maestri snobbavano con la puzza sotto il naso qualsiasi competizione ufficiale attendendo poi i campioni in carica dei vari tornei in casa propria, in una sorta di challenge amichevole ma …non troppo. Accadde anche agli azzurri di Pozzo dopo il trionfo bis al mondiale di Parigi del 1938: la partita, passata alla storia, si disputรฒ al vecchio stadio di Highbury, il tempio dell’Arsenal di Champman e dei temibilissimi Brooke e Bastin, l’Arsenal che aveva sposato definitivamente il “sistema” per un evoluzione calcistica invece sempre mal digerita dal vecchio commissario tecnico azzurro. Dopo tre goals segnati dagli inglesi con il povero Carletto Ceresoli preso letteralmente a “pallonate”, la squadra italiana sfiorรฒ l’incredibile rimonta trascinata da un Peppino Meazza giร  un tantinello pingue ma comunque dotato sempre di classe sopraffina. Finรฌ 3-2 per i padroni di casa e tuttavia i “nostri” giocatori vennero definiti alla fine dalla stampa “i leoni di Highbury” per l’ardore e tutto il resto messo in campo nella contesa disputata in una giornata tipicamente londinese, con nebbia e pioggerellina fina.
Per 70 anni gli inglesi costituirono un autentico tabรน per la nostra nazionale e soltanto nel 1973 a Torino gli azzurri di Ferruccio Valcareggi ottennero la loro prima affermazione sui rivali, invertendo la rotta e soprattutto liberandoci da una soggezione autentica nei loro confronti. Che, mi hanno confermato tutti i giocatori dell’epoca da me incontrati negli anni 80 e 90 per una serie di programmi radiofonici sulla storia della nazionale insieme all’amico Mauro Ciutini, a cominciare dal grandissimo Carlo “Nuccio” Parola, che parlava dell’ Inghilterra con totale reverenza e fascinazione assoluta . O come lo straordinario Silvio Piola che incontrai al vecchio stadio “Robbiano” di Vercelli in una mattina fredda da morire….Ed eccolo lui, un mito, arrivare elegante e ancora tutto bello dritto all’appuntamento con un fascio di giornali d’epoca sotto braccio per testimoniare con una modestia di altri tempi e altri mondi una carriera leggendaria e, ovviamente, ben nota a chiunque . Piola che, a furor di popolo e di goals segnati con la maglia del Novara, tornรฒ quarantenne a vestire la maglia della nazionale proprio in un amichevole del 1952 disputata a Firenze contro gli inglesi. Il dopoguerra calcistico di casa nostra รจ segnato come si sa dal grande Torino con l’Italia formata quasi interamente dai giocatori granata (dagli 8 ai 10 a partita): nel 1948 tutto pareva pronto per abbattere il tabรน inglese ed invece….fu uno 0-4 mortificante come non mai con i bianchi a fare da padroni sul campo grazie alle prodezze dei vari Matthews, Lawton, Finney e Mortensen . La gente quel giorno aveva letteralmente preso d assalto il vecchio stadio comunale torinese salendo pericolosamente sui cartelloni pubblicitari che raffiguravano i profilattici Hatu’,i biscotti Wamar,le caramelle Dulciora, il panettone Galup di Pinerolo. E poi l’aspetto riverenziale anche in sede diplomatica: dalla mia preziosa raccolta del Calcio Illustrato rilegata in originale copertina di “marocchino”, noto come in quei giorni sia stata ricevuta la delegazione britannica con il testa il plenipotenziario sir Stanley Rous. Al vecchio imbarcadero di Stresa onori da capi di stato per gli inglesi che passarono la vigilia davanti alle isole Borromee e al piรน bel lago della nostra penisola (nessuno me ne voglia…).
Insomma, erano i tempi dove gli uomini della vecchia terra d’Albione facevano il bello e anche il cattivo tempo nello sport e nel football, comprese le norme regolamentari; basti pensare alla “carica sul portiere” ammessa da loro fino agli anni 60 (e..ovviamente gli avversari finivano per non capirci piรน nulla). Ora molto si รจ perso di quel fascino misto a sudditanza, ma l’ atmosfera della vecchia Londra e di quegli stadi pur rinnovati quasi per intero rimane unica. Oggi รจ l 11 luglio, domenica, come 39 anni fa a Madrid quando gli azzurri di Enzo Bearzot conquistarono il titolo mondiale. Ed ancora una volta il paese รจ pronto a fermarsi per due ore..sperando poi di muoversi per dare vita alla grande festa, con buona pace dei soliti filosofi di turno che cercheranno inutilmente di spiegare che in fondo si tratta solo di una partita di pallone. La nazionale produce una gioia spontanea, primitiva direi, ed รจ un sentimento che scavalca gli abituee calcistici dei mesi invernali e delle dispute fra i clubs. Si avvicinano con trepidazione alla partita i piรน giovani liberi dagli impegni scolastici, le ragazze e tutti quelli, diciamo senza offesa, anche ” occasionali “. รˆ qualcosa che va oltre il lato tecnico e persino oltre l’avvenimento di sรฉ e per sรฉ, รจ il desiderio di gridare e condividere una gioia insieme, italiani per una notte. Speriamo sia davvero cosรฌ. Forza azzurri!!!

Articoli correlati