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Bekaert: “Salvi i 318 posti di lavoro”. Dal 1° gennaio 12 mesi di cassa integrazione. I termini dell’accordo

“Alle ore 23.59 del 2 ottobre possiamo dirlo: salvi tutti e 318 i posti di lavoro dello stabilimento Bekaert di Figline”. E’ la Fiom Cgil ad annunciare la conclusione della trattativa con la multinazionale al Mise.
“La determinazione dei lavoratori ha pagato, l’attività produttiva andrà avanti fino al 31 dicembre. Dal 1 gennaio 2019 partiranno 12 mesi di cassa integrazione”.
“Abbiamo sottoscritto l’accordo che tutela i 318 posti di lavoro – ha commentato a caldo il segretario Daniele Calosi. Siamo riusciti ad ottenere il risultato grazie alla lotta, la solidarietà di un intero territorio, la determinazione di un sindacato che unito ha combattuto affinchè il ripristino della cassa integrazione diventasse realtà. Al Governo va riconosciuto che è stato di parola e al ministro Di Maio, venuto davanti ai cancelli dello stabilimento, di aver mantenuto quanto promesso.
Questo ci consente di dire non che la fabbrica è salva, ma che sono salvi i 318 posti di lavoro e che si apre un processo serio di reindustrializzazione da verificare costantemente su base trimestrale in sede governativa con il Ministero dello Sviluppo Economico, la Regione, il Comune di Figline e soprattutto l’impresa”.
Nello specifico l’intesa prevede incentivi all’esodo per i lavoratori che intendano lasciare volontariamente l’azienda,l’accompagnamento fino al trattamento di quiescenza pensionistica per i dipendenti prossimi alla pensione, per tutti gli altri un anno di cassa integrazione dal 1 gennaio 2019 e “un piano serio e concreto di reindustrializzazione che possa assumere più persone possibile”.
Nell’accordo sono state inserite anche le quantità economiche da lasciare in “dote” alle imprese intenzionate a produrre e assumere personale nel sito di Figline Valdarno.
“Sono 40 mila euro a lavoratore, che la multinazionale darà in termini di contributo. Nel caso si reimpiegassero, ad esempio, 100 lavoratori – conclude Calosi – chi subentrerebbe potrebbe contare su 4 milioni di euro che spetterebbero come sconto sullo stabilimento. Abbiamo voluto che la fabbrica rimanesse nel territorio e questo è lo strumento”.
Adesso la parola passa ai lavoratori. Questo pomeriggio alle 18 è prevista l’assemblea per votare il testo siglato al Mise con un referendum vincolante che diventerà operativo se sarà approvato a maggioranza.

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