Cerca
Close this search box.

Castelfranco Piandiscò: via libera al nuovo statuto del Comune unico. Lista Civica: “Una inutile perdita di tempo”

Via libera allo statuto del Comune di Castelfranco Piandiscò. E’ stato approvato a maggioranza nella seduta consiliare del 27 aprile scorso, mentre la Lista Civica si è astenuta, pur avendo contribuito alla modifica del testo. E i consiglieri di opposizione ricordano di aver partecipato alla commissione “per dovere di responsabilità, perchè senza il nostro contributo – scrivono – la bozza non sarebbe stata rappresentativa di tutta la comunità” e giustificano il “non voto” con la battaglia che li ha visti in prima linea contro la fusione dei due municipi in un’unica realtà amministrativa che, a loro avviso, non ha riscontrato gli effetti sperati da chi ha proposto il matrimonio.
“Forse doveva essere il primo atto del nuovo Comune – commenta il capogruppo Marco Morbidelli – ma l’amministrazione Cacioli, nonostante la solita demagogica enfatizzazione, ha impiegato ben 4 anni per portare a conclusione un documento che riteniamo una inutile perdita di tempo con nessuna efficacia sulla vita dei cittadini. Serve solo a certificare che abbiamo costituito un nuovo ente da due municipi estinti”.
“Dopo la fusione abbiamo raccolto il dissenso di moltissimi abitanti – prosegue – tanto da presentare alla Regione Toscana una proposta di legge, tramite il gruppo della Lega che ringraziamo, per il ritorno indietro o la ricostituzione dei due Comuni”. Fu bocciata in Consiglio regionale, ma quella battaglia per i civici non può fermarsi.
Nello specifico dello statuto secondo Morbidelli, Grassi e Benedetti dovrebbe consentire “di fare scelte autonome, imposizioni fiscali e libertà di adesione anche alle aggregazioni di servizi (Ato), agli enti sovracomunali, insomma lasciare una certa autonomia. Purtroppo così non è con la L.241/90 e dal 1992 fino ai giorni nostri abbiamo fatto statuti inutili e stante l’organizzazione dello Stato lo saranno anche da ora in avanti. Le prove stanno nei fatti: una decisione regionale sulla base di una consultazione popolare senza preventiva informazione né proiezioni o valutazioni sulla prospettiva – conclude la minoranza – ha chiuso in pochi mesi l’esperienza di 750 anni di storia di Castelfranco di Sopra e di oltre 200 anni di Piandiscò”.

Articoli correlati