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Serristori, il Calcit Valdarno Fiorentino interviene sulla mancanza di un un punto di ristoro

Manca un punto di ristoro al presidio Serristori:Il Calcit Valdarno Fiorentino interviene sull’assenza, ormai cronica, di un bar presso l’ospedale figlinese. Così il presidente della Onlus, Bruno Bonatti, insieme ai componenti del Consiglio, a tutti gli iscritti e simpatizzanti, denuncia questa mancanza che, oltre “a rappresentare un reale problema per tutti gli operatori dell’ospedale- spiega-, soprattutto dopo la chiusura della mensa aziendale, crea concrete difficoltà per i degenti ospiti della struttura, per coloro che vi si recano per analisi e indagini diagnostiche,per quantivisitano i malati nell’antica Villa di San Cerbone, oltre naturalmente che per gli impagabili donatori di sangue che devono consumare la colazione dopo il prelievo. Tutto questo dopo la chiusura del Bar del “Serristori” avvenuta il 31 ottobre 2017, quando è scaduto l’appalto dell’Azienda Sanitaria con gli ultimi gestori che si occupavano del punto di ristoro collocato nelle immediate vicinanze dell’Ospedale, nell’indifferenza generale della collettività, ma soprattutto della Usl Toscana Centro che, al momento, non ha dichiarato espressamente i suoi intenti al riguardo, mentre la mancanza di questo servizio di pubblica utilità sta incidendo negativamente sullo svolgimento delle attività quotidiane all’interno del Presidio figlinese ”- ha spiegato Bonatti.
Effettivamente sono stati potenziati i distributori di bevande calde e ghiacciate, collocati in diverse parti dell’ospedale, ma non pochi sono comunque i problemi in essere per i dipendenti e per tutti i fruitori della struttura, Il Calcit auspica, quindi, un soluzione al problema, invitando la Usl Toscana Centro, alla quale ha già inviato una missiva, proprio come al direttore sanitario del “Serristori”, Maurizio Grifoni, e, per conoscenza, all’assessore regionale al Diritto alla Salute, Stefania Saccardi, a intervenire nella delicata questione, ripristinando un servizio di importanza strategica per la cura dei malati, dopo la chiusura del bar per “motivi gestionali e strutturali, oltre che per l’instabilità del pendio dove era collocato”-secondo le affermazioni dell’Usl dopo la sospensione dell’attività. Ma questa è un’altra storia. Quello che il Calcit desidera portare alla luce è un nuovo grave disservizio nel plesso ospedaliero che ancora una volta i cittadini sono costretti, loro malgrado, a subire.

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