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Terre della Tav in Valdarno. Arriva uno stop di tre mesi

Stop di tre mesi all’arrivo in Valdarno dei treni carichi delle terre della Tav. Ad annunciare il fermo i dirigenti di Rfi durante la riunione con i sindaci di San Giovanni e Cavriglia convocata per discutere dei disagi dovuti ai lunghi tempi di attesa ai passaggi a livello del percorso ferrato che si snoda dallo scalo della città di Masaccio all’ex area mineraria di Santa Barbara. Qui il materiale di scavo proveniente dalla futura stazione fiorentina di Belfiore sarà riutilizzato nell’ambito del progetto di riassetto ambientale per realizzare una collina schermo che separerà le zone degli insediamenti industriali da quelle a vocazione naturalistica. L’incontro si è svolto a distanza di due mesi dal precedente nel quale i rappresentanti di Rete Ferroviaria Italiana si erano a impegnati ad approfondire le problematiche segnalate dai primi cittadini e a individuare le relative soluzioni. In particolare per la circolazione nel quartiere del Ponte alle Forche e sulla nuova provinciale delle Miniere dove si registrano lunghe code davanti alle sbarre degli attraversamenti dei binari.

A riferire l’esito del confronto è stato la sindaca sangiovannese Valentina Vadi che in Consiglio comunale ha spiegato le novità, iniziando dal numero delle coppie di treni previsti: 5, e non 7 giornalieri come si paventava in un primo momento, e questo perché una parte delle terre non verranno stoccate nel territorio cavrigliese. Solo 3 corse inoltre avverranno in orario diurno; le altre 2 sono in programma di notte. Il picco massimo però sarà raggiunto in estate in quanto dalla fine di novembre e sino a primavera è in calendario un ulteriore blocco al transito motivato dal fatto che nello scalo Av di Firenze si svolgeranno opere propedeutiche agli scavi futuri. Nella valle dunque i vagoni torneranno a circolare da marzo ad agosto con punte di 3 al giorno e in seguito fino a 5 e il cronoprogramma sarà mantenuto sino al termine ultimo dell’intervento fissato al 2026.

Per le soste prolungate di fronte alle barriere, dovute anche alla velocità dei merci, a volte anche al di sotto dei 15 chilometri orari previsti tanto che, ha riferito la prima cittadina, di recente una sbarra si è sollevata mentre ancora il treno stava transitando, Rfi ha comunicato l’impossibilità di alternare l’apertura dei passaggi a livello per motivi di sicurezza. Tuttavia è al lavoro per la loro manutenzione e per ridurre di almeno 2 minuti, da 8 a 6, i tempi medi di chiusura. Infine le Ferrovie si sono riservate di rivalutare la convenzione per i contributi a ristoro dei Comuni per i disagi così da trovare le risorse richieste dai sindaci destinati all’acquisto di pannelli a messaggio variabile con le informazioni sugli orari dei convogli, utili soprattutto in caso di guasti che allungano le attese anche fino a 40 minuti.

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