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Operazione “Ricavo”, consegnati alle autorità italiane altri due ricercati. Si erano rifugiati in Germania e Albania

Arrestati in Germania e in Albania, stanno rientrando in Italia altri due malviventi ricercati nell’ambito dell’operazione “Ricavo” dei Carabinieri della Compagnia di San Giovanni che il 7 ottobre scorso hanno stroncato un vasto giro di spaccio di cocaina e marijuana in Valdarno.
In queste ore è in atto il trasferimento nelle carceri di Civitavecchia e Prato dei due indagati che, per sottrarsi alla cattura, si erano rifugiati rispettivamente a Valona e Monaco di Baviera.
Il primo era stato localizzato e fermato nel giro di poche ore, grazie al coordinamento investigativo tra i militari sangiovannesi e i colleghi di polizia albanese. L’uomo – originario del Paese delle Aquile – aveva cercato di far perdere le proprie tracce sfruttando la rete di conoscenze di cui ancora disponeva nella propria terra natale, nascondendosi nella città portuale dell’Albania meridionale.
Era stato meno semplice invece rintracciare l’atro fuggitivo, un pregiudicato cinquantenne originario della provincia di Napoli, che appena qualche giorno prima dell’operazione aveva lasciato il territorio italiano. Già le prime acquisizioni investigative avevano consentito agli investigatori del Nucleo Operativo di formulare ipotesi sulla sua possibile presenza in Germania e in particolare in una cittadina vicina a Francoforte, scelta per aprire alcune attività economiche. I successivi accertamenti, in sinergia con gli agenti tedeschi e grazie al coordinamento del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, avevano consentito di localizzare e arrestare l’uomo alla stazione ferroviaria di Monaco.
Nei prossimi giorni i due indagati saranno messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Arezzo e potrebbero aggiungersi elementi cruciali al quadro indiziario già messo insieme dai Carabinieri con l’indagine che prese il nome dall’omonima località della frazione Levane di Montevarchi dove era ospitato il quartier generale della banda. Un gruppo di persone indiziate a vario titolo dei reati di concorso continuato e aggravato in detenzione ai fini di spaccio di ingenti quantitativi di cocaina e marijuana, approvvigionate attraverso i canali, soprattutto di nazionalità albanese, presenti in varie località della Toscana. Al vertice c’era un pregiudicato di origini lucane, con svariate condanne per delitti sugli stupefacenti, arrivato in Valdarno alla fine degli anni 80, in seguito all’uccisione in circostanze violente del padre.
L’operazione “Ricavo” si è sviluppata nell’arco di due anni, nel corso dei quali gli uomini dell’Arma hanno compiuto 11 arresti in flagranza di reato (di cui 5 per spaccio di sostanze stupefacenti e 6 per furto aggravato) e 9 provvedimenti cautelari emessi dalla Sezione G.I.P. del tribunale di Arezzo, eseguiti nella notte tra il 6 e il 7 ottobre.

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